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FAQ Acqua potabile

FAQ Acqua potabile

In Svizzera abbiamo indiscutibilmente acqua potabile di ottima qualità, un privilegio dovuto senza dubbio alla favorevole posizione geografica che, grazie alle precipitazioni, ci permette di usufruire di una quantità sufficiente di acqua. Ci troviamo letteralmente alla fonte. Altrettanto fondamentale, tuttavia, è anche un buon funzionamento della distribuzione dell'acqua, che può essere garantito dagli investimenti che vengono sempre effettuati nell'infrastruttura, dagli sforzi volti alla rigorosa protezione di quella risorsa che è l'acqua ma anche dai progressi compiuti nella professionalizzazione delle aziende dell'acqua potabile e dalle iniziative di formazione e perfezionamento dei collaboratori tecnici. Grazie ai numerosi controlli e alla gestione dei rischi, oltre alla buona qualità dell’acqua potabile possiamo garantire una sicurezza elevata della qualità e dell'approvvigionamento di acqua potabile.

Tuttavia, dal momento che la distribuzione dell'acqua potabile è un «sistema aperto», non è possibile avere la sicurezza assoluta. Nonostante il massimo impegno, permangono dei rischi residui sotto forma di pericoli dovuti alla presenza di contaminazioni di tipo microbiologico oppure all'impossibilità di esaminare l'acqua in modo completo per verificare la presenza di qualsiasi sostanza. In ogni caso, la qualità dell'acqua potabile svizzera e la sua sicurezza sono nel complesso di alto livello. Lo confermano le numerose analisi che vengono svolte, regolarmente e in base al rischio, dalle aziende dell’acqua potabile o dalle autorità nell'ambito del proprio obbligo di sorveglianza. L'acqua potabile svizzera gode di ottima salute.

Gli utenti possono anche contribuire a rendere più completo e dinamico il sito inviando le loro domande d’interesse generale all’ufficio comunicazione SVGW. Dopo essere state valutate, le domande saranno inserite nella lista già esistente.

FAQ


Vari studi, svolti dalle aziende dell'acqua potabile in Svizzera, dimostrano che l'acqua potabile è praticamente irrilevante ai fini della diffusione di batteri patogeni antibiotico-resistenti, in particolare anche rispetto ad altre possibili sorgenti. Non è tuttavia possibile escludere con certezza assoluta la presenza nell'acqua potabile di singoli geni resistenti o batteri resistenti. Le concentrazioni di antibiotici nelle acque sotterranee si aggirano in Svizzera attorno a 10 ng/l. Non sono tuttavia noti studi che dimostrano che essi comportano un aumento della resistenza nelle acque sotterranee.Per quanto riguarda l'acqua potabile trattata, alla luce di alcuni risultati l'ente del Politecnico federale Eawag per la ricerca nel campo dell'acqua ha concluso che, quando presenti, i batteri antibiotico-resistenti e i geni resistenti lo sono in concentrazioni bassissime che non dovrebbero avere alcuna rilevanza sulla salute. Anche per l'acqua potabile non trattata le risorse naturali e le acque sotterranee sono protette da zone di protezione che rappresentano una barriera efficace per i germi patogeni resistenti agli antibiotici.

Uno studio condotto dall'università di Zurigo mostra che nelle acque svizzere sono presenti dei batteri resistenti, anche quelli resistenti a più di un antibiotico. Le aree urbane e i territori esposti a un uso intensivo da parte dell'agricoltura sono quelli maggiormente contaminati. Da un altro studio è emerso che, con le acque di scarico trattate, vengono immessi nel canale ricettore batteri multiresistenti e geni resistenti in grandi quantità. Durante il processo di depurazione succede addirittura che i batteri multiresistenti aumentano. Germi resistenti e multiresistenti sono invece presenti nei corsi d'acqua (campagna di misurazione Eawag-SSIGA).

La presenza dell'alluminio nell'acqua e il suo potenziale legame con il morbo di Alzheimer sono aspetti tuttora molto controversi; i numerosi studi condotti a oggi non hanno confermato l'esistenza di una correlazione.

Per quanto riguarda il trattamento dell’acqua potabile, la filtrazione tramite flocculazione e precipitazione con sali di alluminio e di ferro (flocculanti) è un metodo riconosciuto dall'Ufficio federale della sanità pubblica. Alcune aziende dell’acqua potabile in Svizzera applicano questo metodo nel trattamento soprattutto dell'acqua lacustre e, in casi sporadici, dell'acqua sorgiva. L'Ordinanza del DFI sull’acqua potabile e sulle acque per piscine e docce accessibili al pubblico (OPPD) prescrive un valore massimo di 0.2 mg/kg in riferimento alla presenza di alluminio nell'acqua potabile. Il valore empirico risultante dalla buona prassi procedurale (BPP) è lo 0.05 mg di alluminio ogni litro di acqua potabile. Lo stesso valore è di 2 mg/kg per la birra e 15 mg/kg per i prodotti di panetteria. L'autorità europea per la sicurezza alimentare, in base agli studi disponibili nel 2008, ha fissato a 1 milligrammo di alluminio per ogni chilogrammo di peso corporeo la dose settimanale tollerabile. Ciò significa che un adulto con un peso corporeo di 70 chilogrammi può assumere 10 mg di alluminio al giorno senza compromettere la propria salute. Per questi 10 mg dovrebbe bere giornalmente almeno 200 litri di acqua. Nella maggior parte dei casi il contenuto di alluminio è inferiore a questo valore empirico, perché la maggioranza delle aziende dell'acqua potabile non ha bisogno di ricorrere alla flocculazione.

L'acqua potabile disponibile in Svizzera ha un contenuto di arsenico generalmente molto basso. Ciò nonostante, in particolare nei Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese, a causa di inquinamenti di origine geogenica si possono riscontrare valori superiori a 10 µg di arsenico al litro. All'inizio del 2014 sono state adottate in Svizzera le raccomandazioni dell'OMS e il valore massimo di 50 µg/l è stato abbassato a 10 µg/l. In 33 comuni del Vallese sono state riscontrate concentrazioni temporanee di arsenico superiori al nuovo valore limite. I comuni interessati hanno tempo fino al 2019 per adottare le misure necessarie per rispettare i nuovi e più rigorosi valori richiesti per l'arsenico.

È possibile trovare bassissime concentrazioni di fibre di amianto anche nell’acqua potabile. Qui vi arrivano per abrasione dalla roccia contenente amianto o dalle tubature in cemento-amianto. Stando alle attuali conoscenze l’ingestione di fibre di amianto non è pericolosa per la salute, a differenza invece dell’inalazione delle fibre.

>Forum Amianto Svizzera

 

La presenza di piombo nell'acqua potabile non è un problema in Svizzera. L'uso del piombo nei tubi per l'acqua potabile è vietato in Svizzera dal 1904. Ciò nonostante, molta rubinetteria è prodotta in ottone, una lega formata da rame, zinco e percentuali minime di piombo. Nel 2007 la SSIGA ha fissato e da allora adottato requisiti più rigorosi per la rubinetteria in Svizzera.

Allo stato attuale delle conoscenze i biocidi non rappresentano un pericolo grave per la qualità dell’acqua potabile. Le aziende dell'acqua potabile, tuttavia, controllano solo un numero relativamente ridotto di sostanze attive scelte tra gli oltre 5000 biocidi. A titolo di prevenzione è pertanto assolutamente necessario seguire con attenzione l'evoluzione dell'inquinamento da biocidi, monitorando le acque superficiali e sotterranee.

Ai fini dell'approvvigionamento idrico, la presenza di biocidi nell'acqua non è affatto desiderata perché le loro sostanze attive tendono chiaramente a danneggiare gli organismi. Consideriamo pertanto estremamente importante mirare a un utilizzo sostenibile e attento dei biocidi.

I biocidi vengono impiegati in ambito non agrario per la lotta contro i parassiti, ad esempio nei prodotti per la disinfezione, i veleni per topi, i prodotti per la protezione del legno o come i prodotti usati nelle trivellazioni per la geotermia. Le vernici delle facciate o i prodotti lucidanti possono venire lavati via e penetrare nell'ambiente insieme all'acqua piovana.

Il bisfenolo A (BPA) è classificato come sostanza sintetica con un’attività simile a quella degli ormoni. È presente in molti prodotti di uso comune come le bottiglie di plastica, i giocattoli di plastica, la carta termica, il rivestimento di lattine, rivestimenti dei pavimenti e molto altro ancora. Il BPA viene sempre più sostituito da altri bisfenoli, come il bisfenolo S o il bisfenolo F. Queste sostanze affini hanno proprietà tossiche simili a quelle del BPA. Il BPA è in particolare la sostanza di partenza per la produzione di policarbonati e resine epossidiche.

Le resine epossidiche sono in origine liquide. Aggiungendo un secondo componente, detto indurente, reagiscono e diventano plastiche dure, non solubili e resistenti alle sostanze chimiche; vengono utilizzate come resine adesive, vernici e resine sintetiche per rivestimenti superficiali. Con le resine epossidiche si producono rivestimenti per contenitori metallici per alimenti (lattine e contenitori per bevande) e per bollitori. Nel settore dell’approvvigionamento idrico, con la resina epossidica si possono realizzare rivestimenti di serbatoi/contenitori, rubinetteria con rivestimento epossidico o risanamenti interni di tubi con resine epossidiche.

In Svizzera non è stata dimostrata la presenza di BPA nell’acqua potabile della rete di distribuzione delle aziende dell'acqua potabile. L’ufficio ambientale tedesco attesta che, in termini di inquinamento dell’uomo con bisfenolo A, l’acqua potabile è una causa trascurabile[1]. Esiste un certo rischio di presenza del bisfenolo A nell’acqua potabile quando le condotte nell’edificio sono state risanate con un rivestimento interno in resine epossidiche. In qualità di organizzazione tecnica delle aziende dell’acqua potabile, la SSIGA sconsiglia pertanto questo tipo di risanamento interno dei tubi, che non può pertanto essere certificato (Link). La resina indurita o il rivestimento interno di tali risanamenti di tubi sono di per sé inerti, il BPA è integrato in modo fisso. Ciò nonostante, in alcune circostanze il BPA può essere sprigionato dal rivestimento, ad es. in presenza di condizioni di indurimento non ideali o di applicazione difettosa del procedimento di risanamento interno. Nel campo dell’acqua fredda sono finora emersi meno problemi con i rivestimenti interni, mentre i problemi potrebbero piuttosto essere presenti con l’acqua calda.


[1] https://www.umweltbundesamt.de/themen/chemikalien/chemikalien-reach/stoffgruppen/bisphenol-a#textpart-1

"In Svizzera, in linea di principio si presume l’acqua delle fontane accessibili al pubblico sia potabile e possa quindi essere bevuta senza problemi." Questa affermazione figura in un parere legale sul controllo delle derrate alimentari di Soletta, risalente al 2005. I proprietari, di solito il comune, devono garantire la potabilità dell’acqua delle fontane. In caso contrario, hanno l’obbligo di apporre un cartello con la scritta "acqua non potabile". Il fontaniere comunale esegue controlli a campione per verificare la qualità dell’acqua delle fontane pubbliche.

Nella rivista Riflessi 3/14 pubblicata dalla SSIGA trovate un articolo dedicato proprio a questo tema.

Il clorotalonil è una sostanza attiva autorizzata dagli anni settanta nei fungicidi e impiegata nella produzione cerealicola, nell’orticoltura, nella viticoltura e nella produzione di piante ornamentali. Il 26 giugno 2019 l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), sulla base di una nuova valutazione, ha ritenuto che per i prodotti di degradazione del clorotalonil vi siano indizi di un pericolo per la salute. Si applica pertanto il nuovo valore massimo di 0,000 000 1 g/L (0,1 microgrammi per litro).

2020 - il clorotalonil è vietato in Svizzera

In passato questa sostanza attiva è tuttavia stata impiegata in Svizzera in modo frequente e in quantità notevoli: ogni anno 30 tonnellate di clorotalonil, pesticida ammesso dalla Confederazione, sono state cosparse sui campi in Svizzera, soprattutto nella lotta contro la decomposizione dei cereali. Questa sostanza si è infiltrata nel sottosuolo e oggi è possibile attestare la presenza dei relativi prodotti di degradazione in concentrazioni elevate anche nell’acqua potabile. È quanto è emerso nel 2019 in un’ampia analisi dell’acqua potabile mirata ai prodotti di degradazione del clorotalonil. L’impiego di clorotalonil è ora stato vietato.

Sempre garantita la qualità dell’acqua potabile

Entro fine 2019 le aziende dell'acqua potabile hanno dovuto mettere fuori servizio almeno 20 stazioni di pompaggio da falda. Il problema interessa le riserve idriche presenti in terreni sottoposti a utilizzazione agricola intensiva nell’altopiano svizzero. Con l’adozione di misure immediate è possibile continuare a garantire la qualità dell’acqua potabile.

Website USAV - Aqua & Gas 

Il rischio sanitario di una sostanza dipende da due fattori: da una parte dalla sua azione sull'organismo, dall'altra dalla quantità assorbita (attraverso l'alimentazione, l'aria, le bevande, il contatto con la pelle ecc.). Sulla base degli esperimenti sugli animali si fissa la dose di assunzione giornaliera tollerabile, che non rappresenta pericoli per l'uomo. Di questa dose il 10% al massimo può essere assorbito attraverso il consumo di acqua potabile. Per la valutazione del rischio di una sostanza si suppone che un uomo adulto che consuma due litri di acqua al giorno non supera la dose tossicologicamente tollerabile.

In un «rapporto tecnico» l’OMS descrive il comportamento del nuovo Coronavirus COVID-19 nell’acqua. La cosa più importante è che a oggi non ci sono indicazioni attestanti che il COVID-19 possa essere trasmesso attraverso l’acqua potabile. L’acqua potabile in Svizzera è di ottima qualità dal punto di vista igienico e può essere consumata anche durante una pandemia. E non ci sarebbero nemmeno prove della trasmissibilità del virus attraverso i sistemi di scarico delle acque luride.

Il glifosato è un erbicida (diserbante) ed è stato messo in commercio dalla Monsanto come principio attivo a partire dalla seconda metà degli anni '70. Per diversi anni è stato l'ingrediente degli erbicidi quantitativamente più importante a livello mondiale. La discussine sulla rilevanza tossicologica del glifosato è controversa. Il sospetto sporadico di cancerogenicità non è stato ancora confermato dalle autorità competenti.

Acqua potabile: nell'acqua potabile tutte le misurazioni del glifosato eseguite dalle aziende fornitrici di acqua sono state finora inferiori al limite di determinazione (0,025 microgrammi/l). Un monitoraggio dell'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) conferma che i residui di glifosato nelle derrate alimentari sono sostanzialmente bassi e non presentano rischi per la salute.

 Acque sotterranee: le misurazioni NAQUA (Pubblicazione 2019) mostrano, che nelle acque sotterranee in 3 soli punti di misura su 600 è stata riscontrata una concentrazione di glifosato superiore a 0 microgrammi/l. Finora anche nelle acque sotterranee il glifosato non rappresenta un problema significativo. L'80% dell’acqua potabile viene ricavata dalle acque sotterranee.

 Acque superficiali: in Svizzera finora i risultati positivi per il glifosato sono stati riscontrati solo nelle acque superficiali. Gli esami ecotossicologici hanno dimostrato che il glifosato rientra tra i pesticidi presenti nelle acque superficiali che danneggiano gli organismi acquatici solo a concentrazioni alquanto elevate. Il valore che per proteggere gli organismi acquatici più delicati non deve essere superato neppure per un breve periodo è di 360 microgrammi per litro.

1 microgramm/l = 0.000001 gramm/l

L’acqua del rubinetto andrebbe consumata preferibilmente fresca. Quando non può essere consumata subito, se viene tenuta al fresco e al buio si conserva fino a 4 giorni. Altri fattori che influiscono sulla conservazione, oltre alla temperatura e all’intensità della luce, sono le condizioni igieniche e il materiale del contenitore (dissoluzione di sostanze).

La buona qualità dell’acqua potabile fornita può ridursi proprio in casa, dove il responsabile è il proprietario dell’immobile. Il rischio maggiore deriva da impianti difettosi, acqua stagnante, filtri e aeratori rompigetto sporchi. È quindi importante, per gli impianti domestici, rivolgersi solo a professionisti del ramo, lasciar scorrere un po’ l’acqua quando i rubinetti non vengono aperti per un certo periodo e pulire regolarmente gli aeratori rompigetto dei rubinetti.

L'acqua potabile è la derrata alimentare più pura in assoluto. In casi estremi è possibile riscontrare nell'acqua potabile prelevata dal rubinetto minime tracce di interferenti endocrini provenienti in genere da residui di plastificanti presenti nei rivestimenti sintetici degli impianti domestici. Gli interferenti endocrini che vengono invece immessi nelle acque superficiali attraverso gli impianti di depurazione vengono rimossi in modo sicuro nel trattamento pluristadio dell’acqua potabile. Essi possono causare una bassissima attività endocrina inferiore a 1 ng/l (vale a dire 0,000 000 001 g/l) di estradiolo equivalenti. Questo valore è inferiore di un milione di volte rispetto alla concentrazione degli interferenti endocrini vegetali «naturali», come ad es. quelli presenti nei prodotti a base di soia o nel latte. Il consumo di acqua potabile è pertanto assolutamente idoneo.

In determinate condizioni (se viene scaldata, portata a ebollizione, se evapora o entra in contatto con sostanze alcaline come il sapone), l’acqua dura può causare incrostazioni di calcare, che spesso possono però essere rimosse con metodi molto semplici.

L’acqua potabile non è sterile. Anche quando soddisfa tutti i requisiti stabiliti dalla legge, contiene microrganismi. Questa flora naturale, che forma dei sottili biofilm nelle tubature ed è presente in tutte le acque potabili, contribuisce a mantenerle stabili igienicamente e di solito non rappresenta un problema per l’igiene dell’acqua. Un bicchiere di acqua potabile di qualità impeccabile può contenere fino a un milione di batteri.

Per la salute, l’aggiunta di anidride carbonica all’acqua potabile non presenta né vantaggi né svantaggi. Può tuttavia stimolare leggermente la minzione e favorire l’eruttazione durante lo sport o gli sforzi fisici.

Le aziende dell’acqua potabile sono tenute a controllare regolarmente la qualità dell’acqua che forniscono. La frequenza di tali controlli dipende dal potenziale rischio riscontrato in precedenza nella zona di captazione, risp. negli impianti, e dal numero degli abitanti serviti. Parametri meno rilevanti come il solfato, il tenore di ossigeno o il sodio sono analizzati sporadicamente nell’ambito delle analisi di laboratorio.

I laboratori cantonali svolgono ulteriori controlli ufficiali indipendenti mediante analisi a campione.

Le legionelle sono batteri. Il loro habitat naturale sono i biotopi di acqua dolce, come le acque superficiali e le acque sotterranee. Le legionelle possono causare una grave forma atipica di infiammazione polmonare (polmonite da legionella), nota come malattia dei legionari o legionellosi.

Vie di infezione: L’infezione avviene in genere attraverso l’inalazione di goccioline presenti nell’aria (aerosol) contenenti il batterio della legionella. Allo stato attuale delle conoscenze è escluso che l’assunzione di acqua contenente il batterio della legionella possa causare un pericolo per la salute di persone sane.

Fonti di infezione: Sono considerati potenziali fonti di infezione anche gli impianti domestici per la distribuzione di acqua calda. Il rischio d’infezione aumenta nelle case d’abitazione poco utilizzate, nelle nuove costruzioni e nei grandi edifici con lunghi sistemi di condotte e basso consumo di acqua. Il problema può riguardare, ad esempio, ospedali, case di cura e hotel.

Responsabilità: Le aziende dell’acqua potabile sono responsabili della qualità batteriologicamente pura dell’acqua potabile fino al contatore dell’edificio. Qui la responsabilità passa al proprietario dell’edificio, in particolare in riferimento alla produzione di acqua calda. Dal momento che le aziende forniscono l’acqua potabile a una temperatura chiaramente inferiore a 25 °C, il batterio della legionella è presente al massimo in concentrazioni molto basse e quindi innocue.

Protezione dalle infezioni da legionella: Bastano poche misure per ridurre al minimo il rischio di infezione da legionella. È possibile, ad esempio, ridurre massicciamente il rischio di infezione da legionelle riscaldando l’acqua nel boiler ad almeno 60 °C per un’ora una volta al giorno. Prima di prelevare l’acqua da condotte rimaste a lungo inutilizzate è opportuno, sia per l’acqua calda che per quella fredda, far scorrere abbondantemente l’acqua.

La Società Svizzera dell'Industria del Gas e delle Acque (SSIGA) ha sintetizzato le misure idonee in una nota tecnica. Queste raccomandazioni e le direttive SSIGA riconosciute sull’esecuzione di installazioni di acqua potabile consentono di ridurre al minimo l’eventuale rischio legato alla legionella.

Allo stato attuale della ricerca, il pericolo che la microplastica arrivi nell'acqua potabile attraverso le acque di falda o le acque lacustri è considerato molto basso, a condizione che si rispetti lo stato della tecnica. Sono questi i risultati degli studi eseguiti dalle grandi aziende dell'acqua. La microplastica viene apparentemente eliminata dall'acqua con la filtrazione eseguita durante il trattamento dell’acqua potabile; la filtrazione naturale nel terreno dovrebbe avere lo stesso effetto depurante. Pur non rappresentando un pericolo immediato per l'acqua potabile, la microplastica è un tipo di inquinamento da non sottovalutare, perché anche le sostanze nocive presenti sulla superficie possono essere assorbite e rilasciate per il fenomeno di assorbimento e desorbimento. A titolo preventivo le aziende dell'acqua potabile accolgono e promuovono misure che riducono l'inquinamento ambientale causato dalla microplastica.

La maggior parte dei problemi qualitativi che riguardano l'acqua potabile è dovuta alla presenza di contaminazioni di natura microbiologica (batteri, virus, parassiti), spesso causata da contaminazioni con liquami e/o acque di scarico. Grazie al controllo autonomo previsto per legge, alla continua professionalizzazione e all'introduzione e alla formazione alla «buona prassi procedurale» secondo la direttiva riconosciuta dalla Confederazione, il settore dell'approvvigionamento aspira a garantire la massima qualità possibile.

In generale le nanoparticelle sono per definizione particelle che, almeno in due direzioni spaziali, presentano dimensioni comprese indicativamente tra 1 e 100 nm. Allo stato attuale delle conoscenze, dalla nanotecnologia non deriva, secondo l'Empa, alcun pericolo per l'acqua potabile. Ma dal momento che è molto difficile dimostrare la presenza di nanoparticelle e si sa ancora molto poco dei loro effetti sulla salute umana, le aziende dell'acqua potabile seguono con particolare attenzione gli ulteriori sviluppi in questo ambito. Considerate le dimensioni delle nanoparticelle nell'ordine dei microorganismi, si può ritenere che esse vengano in genere trattenute prima della captazione dell'acqua potabile.

Le nitrosammine sono una classe di composti chimici organici di grande importanza a livello industriale. Alcune nitrosammine possono essere cancerogene.

In Svizzera le nitrosammine non rappresentano un problema per la qualità dell'acqua potabile, né possono formarsi nell'acqua potabile. Una contaminazione delle risorse di acqua potabile è molto improbabile in Svizzera. Inoltre, nel nostro Paese l'acqua potabile è poco clorurata o non lo è affatto e le risorse idriche utilizzate in Svizzera sono in genere solo lievemente interessate dalle acque reflue, che potrebbero rappresentare un possibile percorso di nitrosammine nell'acqua potabile. L'unica eccezione nota dall'esperienza internazionale è che un prodotto di biodegradazione del pesticida tolilfluanide, attualmente vietato, mediante l'ozonizzazione (trattamento delle acque) potrebbe contribuire alla formazione di nitrosammine nelle acque superficiali. Considerato il bassissimo rischio, le nitrosammine nell'acqua potabile non sono ancora regolamentate in Svizzera.

Le nitrosammine si formano anzi in determinate condizioni, specialmente in ambienti acidi come ad esempio lo stomaco umano. È noto fin dagli anni '70 che le nitrosammine siano presenti negli alimenti con un contenuto massimo di alcuni ?g/kg. Ciò vale soprattutto per gli alimenti riscaldati durante il processo di produzione, come la carne affumicata e il pesce e la carne in salamoia con nitriti, i prodotti di malto e la birra. Le nitrosammine sono state e vengono ritrovate anche in numerosi altri prodotti, come i prodotti in gomma (ad esempio le tettarelle per bambini), i cosmetici e il fumo di tabacco.

In natura i nitrati sono presenti nelle acque sotterranee solo in concentrazioni minime. Concentrazioni nettamente più elevate, superiori al requisito di legge di 25 mg/l fissato nell'ordinanza sulla protezione delle acque, sono rilevate in un 15 percento delle stazioni di misurazione dislocate sul territorio nazionale, dove vengono effettuati i campionamenti. Nelle zone dove si pratica prevalentemente un'agricoltura intensiva le concentrazioni superano questo valore nel 60 percento delle stazioni di misurazione. Il valore limite di 40 mg/l fissato dall'OPPD viene in genere rispettato per l'acqua potabile. Benché il valore attuale di 40 mg/l sia al momento classificato come idoneo, a titolo di prevenzione le aziende dell'acqua potabile chiedono di ridurre il valore dei nitrati nell'acqua potabile decisamente al di sotto di questo limite.

I pesticidi organici, i relativi prodotti di degradazione e altre sostanze estranee sono presenti a livello nazionale nel 22 percento dei punti di misurazione delle acque di falda in concentrazioni superiori a 0.1 ?g/l. Nel 2 percento dei punti di misurazione vengono persino superati i valori richiesti per le sostanze attive secondo l'ordinanza sulla protezione delle acque. Nelle aree adibite all'agricoltura si riscontrano concentrazioni di pesticidi e relativi prodotti di degradazione superiori a 0.1 mg/l nel 70 percento delle stazioni di misurazione. Questo andamento è particolarmente preoccupante. Le sostanze problematiche si dimostrano spesso particolarmente persistenti nelle acque sotterranee; la presenza di atrazina, ad esempio, è rilevabile in alcuni luoghi anche 10 anni dopo il divieto di spargimento.

Nell'acqua potabile è oggi possibile rispettare in genere i valori limite, ma a volte è già necessario adottare misure specifiche (trattamento, miscelazione).

Almeno una volta l’anno le aziende dell’acqua potabile sono tenute per legge a informare gli utenti in modo dettagliato sulla qualità dell’acqua potabile. Le aziende dell’acqua potabile possono inserire i propri dati su www.qualitadellacqua.ch o pubblicarli altrove.

Per domande specifiche sulla qualità della vostra acqua potabile potete rivolgervi alla vostra azienda dell’acqua potabile o al vostro comune.

Il 40% delle acque di sorgente e sotterranee può essere fornito come acqua potabile senza bisogno di trattamenti. Il resto viene trattato in una o più fasi. Per disinfettare l’acqua alcune aziende dell’acqua potabile aggiungono piccole quantità di composti clorurati, che in seguito vengono però rimossi. Il cloro viene invece usato per la protezione della rete di distribuzione e quindi giunge nelle case. Si tratta comunque di quantità per lo più impercettibili per l’essere umano.

La disinfezione tramite raggi UV e ozono non lascia residui.

Se l’acqua potabile ha un odore strano o è visibilmente sporca e se questo inconveniente non può essere eliminato lasciandola scorrere, siamo in presenza di un inquinamento dell’acqua. In questi casi bisogna informare immediatamente l’azienda dell’acqua potabile locale.

Le seguenti informazioni sono importanti:

  • da quanto tempo sussiste il problema?
  • quali sono le caratteristiche del danno (colore, intorbidamento, particelle, odore, sapore)?
  • il problema riguarda tutti i rubinetti di casa?
  • quanti anni hanno i vari impianti domestici?

In Svizzera abbiamo la fortuna di poter disporre di abbondanti risorse idriche. Il fabbisogno di acqua può essere quindi coperto quasi ovunque.

Le aziende dell'acqua potabile sono tenute a fornire sufficiente acqua per lo spegnimento degli incendi. Deve quindi essere sempre garantito un livello minimo di riserve di acqua. Un eccessivo risparmio idrico può quindi portare a un insufficiente ricambio di acqua nella rete di distribuzione, con conseguente peggioramento della qualità dell'acqua potabile. La rete di distribuzione dovrà quindi essere pulita più spesso.

Risparmiare acqua calda conviene: l'acqua calda comporta in media 150 volte più energia rispetto all'acqua fredda che esce dal rubinetto! Un consumo consapevole dell'acqua calda permette quindi di risparmiare energia e denaro.

Suggerimenti:

  • usare acqua calda solo se è necessario. Ad esempio, per sciacquare i piatti e lavarsi le mani, va benissimo quella fredda.
  • usare la lavastoviglie invece di lavare i piatti a mano
  • fare una doccia breve al posto del bagno
  • scegliere elettrodomestici ad alta efficienza energetica
  • fare il bucato a basse temperature
  • consumo consapevole dell'acqua virtuale

Quando l’acqua potabile ristagna a lungo nelle tubature dell’impianto domestico, la sua qualità diminuisce. Consigliamo quindi di bere solamente acqua del rubinetto fresca. Lo stesso vale per l’acqua usata per cucinare. Per garantire che l’acqua del rubinetto dia il meglio di sé, bisognerebbe quindi sempre lasciarla scorrere finché risulta bella limpida e fresca. Al rientro dalle vacanze andrebbe lasciata scorrere più a lungo.

L'approvvigionamento idrico per l'80 percento circa della popolazione proviene da acque sotterranee. Le acque sotterranee sono per legge protette contro l'inquinamento attraverso diverse zone di protezione. Purtroppo, tuttavia, in alcune località le acque sotterranee non godono della protezione prevista dalla legge. Non sempre l'esecuzione è possibile nel rispetto della legge. Il dodici percento della popolazione svizzera, vale a dire circa un milione di persone, è interessata dalla presenza di zone di protezione non adeguate. In questi casi è necessario garantire la qualità dell'acqua adottando ulteriori misure tecniche e/o maggiori controlli e prelievi. Questa protezione lacunosa è insoddisfacente; per questo motivo da anni le aziende dell'acqua potabile richiedono misure di protezione più efficaci, ad esempio presentando un controprogetto all'iniziativa sull’acqua potabile.

Anche in futuro si deve prevedere la presenza di sostanze sconosciute nelle risorse naturali d'acqua e, quindi, anche nell'acqua potabile. A causa di difficoltà di esecuzione, spesso la protezione prevista nell'ambito dei settori di alimentazione risulta insufficiente. Grazie alle complesse analisi dell'acqua potabile realizzate dalle grandi aziende svizzere attraverso serie di test biologici (osservazione delle pulci d’acqua nell'acqua potabile; test che dimostrano un'attività biologica dell'acqua e altri ancora) è possibile raggiungere una sicurezza molto alta e riconoscere i relativi parametri, anche senza dover conoscere o dimostrare ogni singola sostanza. Se in queste analisi dettagliate si riscontrano dei problemi, l'argomento viene discusso e analizzato da organismi specializzati su scala nazionale e internazionale e vengono individuate delle possibili misure.

L'acqua potabile disponibile in Svizzera ha un contenuto di uranio generalmente molto basso. Ciò nonostante, in particolare nei Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese, a causa di inquinamenti di origine geogenica si possono riscontrare valori superiori a 10 µg di uranio al litro. Il limite massimo di 30 µm di uranio al litro, in vigore dal gennaio 2014, viene superato molto raramente. Solo in 6 comuni svizzeri (tutti nel cantone del Vallese) sono stati misurati valori di uranio superiori a 30 µg/l. Le prese d'acqua nelle quali viene superato il valore limite dell'uranio devono essere allineate alle norme legali previste nell'OPPD; i comuni interessati hanno tempo fino al 2019. In Germania vige un valore limite più severo pari a 10 µg/l.

La causa più comune del colore rosso-marrone dell'acqua è la ruggine. Per l'essere umano, il ferro che contiene è praticamente innocuo. La presenza di ruggine nell'acqua può essere causata da lavori agli impianti domestici o, in generale, da problemi in questo ambito. Lasciandola scorrere, di solito torna chiara. In alcuni casi, nelle particelle di ruggine possono tuttavia annidarsi dei batteri nocivi per la salute. Se è il vostro caso, oppure se non riuscite a eliminare la colorazione dell'acqua lasciandola scorrere, contattate l'azienda dell'acqua potabile del vostro comune ed esponete il problema.

No, generalmente l'acqua potabile non è nociva.

I progressi fatti dai laboratori di analisi permettono di rilevare anche piccolissime quantità di sostanze chimiche nell'acqua potabile. Tuttavia, di per sé, la loro rilevabilità non costituisce ancora un rischio per la salute. In base alle conoscenze attuali, queste sostanze, nelle concentrazioni rilevate attualmente, sono innocue per l'essere umano. I residui di medicamenti sono ad esempio in genere da diecimila a milioni di volte inferiori alle dosi terapeutiche. Residui di pesticidi e di sostanze ad azione endocrina devono invece essere valutati in modo più critico, perché potrebbero avere un effetto negativo già in piccole quantità.

I limiti per le sostanze estranee nell'acqua potabile sono stabiliti dall'Ordinanza del DFI sull'acqua potabile e sull'acqua per piscine e docce accessibili al pubblico

La durezza dell’acqua misura la presenza di calcio e magnesio nell’acqua. Per semplificare, possiamo immaginare il calcare presente nell’acqua. In Svizzera la durezza dell’acqua si misura in gradi di durezza francesi (ofH). La scala va da 0 ofH (acqua molto dolce) a ca. 50 ofH (acqua dura).

In Svizzera, in ambito domestico ogni abitante consuma in media 142 litri di acqua al giorno. La maggior parte di questa acqua (ca. il 70%) viene utilizzata per lo sciacquone del WC, per fare la doccia e il bagno e per il lavello della cucina. Se si aggiunge l’utilizzo di acqua sul lavoro, nel tempo libero e in vacanza, tenendo conto dell’intera popolazione svizzera, il consumo si attesta sui 162 litri di acqua a testa al giorno, a cui va aggiunta un’ingente quantità di acqua virtuale.

Per acqua virtuale s’intende l’acqua utilizzata ad esempio per irrigare i campi di cereali o per allevare i bovini e per la produzione industriale di beni di consumo e vestiti. Dagli studi risulta che il totale ammonta a ca. 4000 litri di acqua a testa al giorno. Spesso, questa acqua non viene consumata in Svizzera, ma in Paesi in cui le riserve idriche scarseggiano.

No. Per prevenire la carie, in passato alcune aziende dell’acqua potabile all’acqua aggiungevano fluoruro. In Svizzera oggi questo non succede più.

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